N.0009 – 251117 – Strani ritrovamenti nell’antica casa del poeta Carducci

Mortel1984Nella città di Bologna, negli anni ’60, durante alcuni lavori di ristrutturazione presso una vecchia casa abbandonata, gli operai ritrovarono un contenitore di forma cilindrica sotto uno spesso strato di intonaco. Si trattava di un cilindro di un materiale, apparentemente cuoio, di dimensioni simili a quelle di una bottiglia da tre quarti di litro. Uno dei manovali aprì il contenitore e vi trovò all’interno una serie di fogli scritti a mano ed una sorta di mappa, non riuscendo a decifrare il contenuto del messaggio perché scritto in una lingua che non conosceva, il manovale mise da parte tutto quanto e continuò i lavori assieme agli altri operai. Decise però di tenersi la mappa perché aveva capito che si trcarducci_ritrattoattava della pianta di quello stesso edificio. Quella stessa notte, il gruppo di operai che aveva ritrovato quei documenti decisero di esplorare quella palazzina lontano da occhi indiscreti, convinti che la mappa che avevano trovato li potesse condurre al nascondiglio di un tesoro. In effetti sulla piantina era riportato un punto contrassegnato da uno strano simbolo che però non si trovava in corrispondenza di una stanza che non risultava esistere. Quando il gruppo giunse nel punto indicato sulla mappa si ritrovò davanti ad una parete vuota. Uno di essi, decise di abbattere il muro, così fecero e si ritrovarono in una stanza completamente buia da cui proveniva un odore nauseabondo, decisero di proseguire comunque. La mattina successiva, all’apertura del cantiere, gli operai ritrovarono gli scheletri di una decina di individui proprio nella stanza scoperta nottetempo dai loro colleghi. Fu chiamata la polizia scientifica ed in seguito la sovraintendenza archeologica perché risultò che gli scheletri avevano tutti almeno cento anni. I lavori di ristrutturazione furono sospesi. Da indagini successive risultò che nel secolo precedente quell’edificio era stato di proprietà del poeta Giosuè Carducci. L’unico testimone sopravvissuto riferì che l’ultima cosa che vide prima di fuggire, fu due occhi rossi che brillavano nell’oscurità della stanza, poi le grida strazianti dei suoi compagni. Tuttavia nessuno gli credette e fu internato in manicomio, dove morì suicida pochi giorni dopo.

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